Il Leonardo
Ispirato al genio eclettico del grande artista e scienziato rinascimentale, il liceo Statale Leonardo di Brescia è un Istituto al passo con i cambiamenti della società grazie ad un insegnamento qualificato, ad una strumentazione all'avanguardia e all'applicazione pratica delle conoscenze acquisite.
L'ampia offerta formativa spazia in tre diversi indirizzi:
- Scienze Applicate, che guida lo studente a maturare le competenze necessarie per seguire lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica.
- Linguistico dove si raggiunge la padronanza comunicativa di tre lingue straniere e la comprensione critica dell'identità storica e culturale di civiltà diverse.
- Artistico in cui lo studente sviluppa la capacità progettuale e le abilità creative attraverso tre opportunità formative: Architettura e ambiente, Arti figurative e Grafica
Numerose attività integrative extracurriculari, Erasmus, concorsi e stage completano i percorsi formativi nello spirito creativo e sperimentatore di Leonardo da Vinci.
Il nome del "Leonardo".
"Sì come il mangiare sanza voglia fia dannosa alla salute, così lo studio sanza desoderio guasta la memoria e non ritien cosa ch'ella pigli" (Pensieri)
Genio per antonomasia, da tutti conosciuto almeno di nome, Leonardo (1452 - 1519) fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, scrittore di trattati.
La sua persona rappresenta in sintesi quel rinnovamento della cultura e dello spirito che, iniziato in Italia nei secoli XIII e XIV, attraverso il Rinascimento diventerà cosa europea ed universale patrimonio con la Rivoluzione scientifica dei secoli XVII e XVIII.
Leonardo è soprattutto uno sperimentatore: nella sua vita instabile, nella sua opera spesso incompleta, dove prevalgono l'abbozzo, l'intuizione, il motivo dominante e la curiosità, la voglia di sperimentare il nuovo, " le cose esser nate sotto la semplice e mera esperienza, la quale è maestra vera".
Il fascino che egli esercita sta proprio in questo: che nel conoscere ognuno deve essere artefice di se stesso, che non c'è autorità se non quella fornita dalla natura stessa, che il pensiero è un processo probabilistico, un labirinto, un inizio di cui non si conosce la fine; in esso vale il rischio, la prima persona, e non "chi disputa allegando l'alturità", poiché "non adopera lo 'ngegno, ma piuttosto la memoria".
In lui è anche l'idea - pagana e cristiana allo stesso tempo - che la bellezza del mondo è qualcosa di fuggevole, azzurra e vaporosa come lo sfondo di uno dei suoi dipinti, mutevole come lo è la realtà fenomenica nel suo mistero, ed in questa coscienza sta forse la cifra della sua pittura.
Un'unica immagine può riassumere il suo pensiero e quello - perché no? - dell'intera civiltà, di ogni essere umano che diventa cosciente di se stesso: il celebre disegno (Codice atlantico) delle "ali umane", dell'uomo che vola, che si innalza con le sue sole forze dal suo terrestre destino di bipede triste.
(dalla Delibera n. 1 del Consiglio di Istituto del 14.6.01)